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Ecco il segreto per selezionare la giusta collaboratrice estetista per il tuo centro e prendere a bordo solo i migliori

Assumere una collaboratrice estetista, per certi aspetti, è un po’ come sposarla.

Mi spiego meglio.

ll tempo passato in ambiente lavorativo è spesso molto maggiore rispetto a quello speso altrove, inclusa la propria casa.

Di conseguenza, succede che passi più tempo con le tue collaboratrici piuttosto che con tu marito, soprattutto in alcuni periodi dell’anno!

Inoltre, stando alle forme contrattuali disponibili, quando assumi una collaboratrice a tempo indeterminato, sarà molto difficile, lungo e oneroso risolvere il contratto qualora le cose non andassero come ti eri immaginata.

Senza dimenticare che alcune collaboratrici si trasformano, quasi fossero delle moderne versioni del Dr Jekyll e Mr Hide, da attente e premurose aiutanti a esigenti e rigide stipendiate!

Solitamente la trasformazione avviene immediatamente dopo la fatidica firma per il tempo indeterminato.

Molti degli errori fatti con il proprio staff potevano tuttavia essere evitati a monte non inserendo quella collaboratrice estetista nel proprio organico.

Peccato che – almeno all’inizio – si presentino tutte bene!

E allora, come fare?

Se vuoi assicurarti un rapporto lungo, sereno e profittevole (per entrambi) con ogni tua risorsa, è necessario ricorrere ad alcuni accorgimenti che sono alla base della creazione di uno staff coeso e produttivo.

Accorgimento N°1: inserisci un filtro nell’annuncio

Ogni tanto mi trovo a seguire istituti che, solo per aver messo un annuncio sui vari portarli lavoro.org o subito.it, si trovano quasi 100/150 curricula da visionare.

Ti svelo un piccolo trucco del mestiere: scrivi annunci lunghi con un piccolo esercizio all’interno.

Ma qualcosa di facile, del tipo: “nella mail di risposta descrivere la differenza tra epilazione e depilazione“.

Questo a cosa serve?

Ti aiuterà a capire sin da subito quanto questa persona sia interessata a te ed escluderai a monte tutte le “inviatrici di CV seriali”.

Ti fideresti d’assumere una persona che non legge nemmeno gli annunci? Con che passione si dedicherà alla cliente?

Accorgimento N°2: pretendi un periodo di prova lungo

Non conosci veramente una persona se non ci vivi (o lavori) insieme per un periodo abbastanza lungo da poterla vedere all’opera in tutte le situazioni possibili.

Ciascuno di noi è più simpatico, solare e bello, quando la nostra convivenza avviene in vacanza…magari al mare, quando siamo tutti rilassati …

Ma la vita quotidiana è tutto un altro paio di maniche…

Vivi con una persona per un paio di stagioni.

Scopri come reagisce quando è sotto pressione.

Mettila alla prova e testate reciprocamente i vostri “limiti di sopportazione” prima di poter affermare con certezza che: “è la persona giusta per me“.

Un periodo di prova – per essere utile – deve durare da 3 a 6 mesi e deve essere rappresentativo di un periodo ancora più lungo (ma non posso spiegarti i dettagli in poche righe).

Accorgimento N°3: sfrutta la statistica

È come per la vendita: se vuoi ottenere risultati importanti, devi vedere tante persone!

Non puoi fare solo due colloqui di selezione all’anno e sperare di trovare la persona giusta per te.

Una ricerca mirata, un annuncio scritto bene e un buon sistema di scrematura ti permetteranno di selezionare le candidature.

Ma se vuoi permetterti il lusso di scegliere (e puoi farlo), metti in conto di vedere più persone.

È un lavoro continuo che richiede motivazione, pazienza e soprattutto nuove abilità che ogni imprenditrice dovrebbe sviluppare.

Se anche tu vuoi sviluppare queste capacità ed essere in grado di selezionare a colpo sicuro la collaboratrice estetista che farà la fortuna della tua azienda – evitando di incappare in personaggi che rischiano di sabotare dall’interno il futuro del tuo centro estetico

…allora BIUTOP è il percorso che fa per te!

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Produttività estetista: quanto deve produrre ogni collaboratrice in base al suo stipendio?

Calcolare la produttività di un’estetista del proprio staff: un cruccio che tormenta le notti di tutti gli imprenditori e le imprenditrice dell’estetista.

Non è infatti un caso che una delle domande che mi fanno spesso i titolari che non sono contenti del proprio staff (o che devono inserirlo e sono previdenti) è sicuramente:

“Quanto deve produrre il mio collaboratore in base allo stipendio che gli do?”

È una domanda più che legittima perché quando si parla di gestione dello staff, uno degli errori cardine è proprio quello di lasciarsi prendere dall’emotività e dal rapporto personale e non guardare i numeri.

È ovvio che un rapporto lavorativo è comunque un rapporto umano e in quanto tale dobbiamo avere verso il nostro collaboratore tutte le attenzioni e il rispetto che merita una persona.

Però, se a causa del coinvolgimento emotivo non guardi se la persona che paghi per essere produttiva lo è davvero oppure no, è altrettanto ovvio che non stai facendo bene il tuo mestiere di titolare e di imprenditrice.

In passato, un calcolo che andava di moda per valutare la giusta produttività di un collaboratore era il rapporto 1:3, ossia che la tua dipendente deve produrre almeno 3 volte quello che costa.

Ti costa 1.000 €? Te ne deve produrre (almeno) 3.000 di euro.

La mia esperienza pratica mi dice però qualcosa di diverso, e cioè che:

il concetto di “quanto deve produrre un dipendente in base al suo stipendio” è superato.

Per quale motivo?

In primis, produttività in sé non significa una mazza.

Come calcoli la produttività?

Che parametri prendi in considerazione?

Le vendite?

Le vendite incassate?

I prodotti?

I pacchetti?

I servizi svolti?

Vedi, la produttività può essere diretta o indiretta.

E a volte quella indiretta pesa addirittura più di quella diretta.

La produttività diretta è quella prodotta da una vendita.

Quella indiretta è quella prodotta dall’erogare il servizio.

In un centro c’è bisogno di chi vende i trattamenti…

Ma c’è bisogno anche della super-operatrice che poi i trattamenti li fa e rende soddisfatto il cliente.

È poi fondamentale la Cordenia che organizza tutto per far girare il centro.

Ti faccio una metafora sportiva.

Nel calcio è più importante il portiere, il difensore o l’attaccante?

Naturalmente ogni ruolo è importante allo stesso modo.

Anche se è l’attaccante che “produce direttamente” i goal (gli incassi), ci sono anche tutti gli altri giocatori degli altri ruoli che lo permettono.

Il vero punto è poi questo:

la vera produttività che ti deve interessare è quella del GRUPPO nel suo insieme. Non la produttività dell'estetista singola

Avere il “capocannoniere” e non vincere comunque il campionato… serve a poco.

Quello su cui devi concentrarti è la produttività dell’intero team in merito agli obiettivi di incasso e di utile mensile.

Ognuno deve avere il proprio ruolo.

Il difensore può anche segnare meno dell’attaccante ma non significa che non contribuisce anch’esso al risultato.

Quello che conta è saper gestire e organizzare la squadra perché tutto il team,
insieme, raggiunga e superi gli obiettivi prefissati dal titolare e condivisi da tutti.

Concentrati su questo aspetto.

Solo quando i risultati di gruppo non ci sono, andrai ad analizzare il “perché” del singolo elemento.

Quali sono i risultati a cui devi puntare costantemente?

Cassetto Pieno per il tuo centro e Tempo Libero per te.

Questa è la “produttività dell’estetista” che devi pretendere dal tuo staff.

Questo è il motivo per cui li hai assunti o devi assumerli.

Rimani concentrata sullo scopo vero del gioco.

Se non lotti per la tua qualità di vita… per cosa stai lottando?

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Selezione estetista: 8 lezioni per creare uno staff che ti aiuta davvero

Ragazze mie, ragazzi miei, non ce n’è.

Il problema per eccellenza in qualsiasi attività è la variabile umana (a volte più sub-umana o dis-umana).

E l’estetica non fa eccezioni: la selezione del personale di un centro estetico è spesso un terno al lotto.

Ecco perché ogni titolare deve assolutamente diventare cintura nera di “selezione l’estetista”.

Mi capita spesso di trattare l’argomento con i miei allievi ed allieve del Master, e voglio
condividere anche voi tutti alcuni punti chiave.

Facciamo nostro un presupposto:

Se vuoi sviluppare i tuoi utili contemporaneamente al tuo tempo libero, saper gestire il personale è l’unica strada… non ce ne sono altre.

C’è -a dire il vero- un’alternativa che però ha comunque in sé dei rischi, ed è la seguente: fare la libera professionista aumentando il più possibile il proprio valore orario.

Ad esempio: voglio lavorare 6 ore al giorno massimo e guadagnare 4000€ al mese.

Come può essere realizzato lavorando da sola?

  1. Riducendo al minimo i costi (quindi lavorando in max 40-50mq)
  2. aumentando il valore orario per arrivare sempre a 100€/ora
  3. lavorando con clienti target su una specializzazione

6 ore = 600€ x 20 giorni = 12.000 € incasso.

A questo punto paghi le tue spese ed i tuoi 4.000 euro (se ci sai fare anche 5.000) li porti a casa.

Rischi?

  • Se ti ammali, si ferma il tuo guadagno
  • se vuoi andare in vacanza si blocca il tuo incasso
  • tutto dipende da te.

Certo, meglio una situazione del genere che stare dietro a collaboratori pazzi…

Però non può essere la prospettiva per i prossimi 5 anni, sei d’accordo?

Non resta che capire come crearsi uno staff che ti aiuta davvero e giocare a "selezione l'estetista"

Voglio parlarti di alcune lezioni importanti che ho imparato sulla mia pelle, oltre che di
“riflesso” alcune centinaia di clienti che ho seguito nel corso di questi ultimi 20 anni: ne
condividerò 8 con te.

Partiamo.

Lezione 1: trovare persone può essere molto lungo, è per questo che devi essere sempre alla ricerca anche quando già sei a posto.

Poiché la % di persone “sane” è bassissima, devi mettere annunci, spargere la voce tra le tue conoscenze ed essere attenta alla ricerca dei “normali” costantemente, anche quando hai già il personale.

L’imprevisto è dietro l’angolo.

Se ricerchi solo in urgenza, sei spacciata.

Lezione 2: fai pace con le tue malattie mentali.

Molti dipendenti validi se ne vanno perché tu sei talmente stressante che è un miracolo
se ti sopporta quel santo di tuo marito (o del tuo fidanzato o quell’anima innocente del tuo cane), ma le tue dipendenti, che non condividono con te il talamo nuziale, potrebbero essere meno predisposte a sciropparsi le tue stravaganze.

Manie di controllo, manie di perfezionismo, manie di concentrarsi su un dettaglio fatto male in un contesto tutto sommato “buono” non ti fanno trattenere le persone giuste.

Alla fine così trattieni solo delle idiote che fanno solo quello che dici tu e ti chiedono anche se possono andare in bagno.

Una persona autonoma e/o ambiziosa dopo un po’ ti manda a cagher.

Abbandona l’utopia che le cose vengono fatte esattamente come vuoi e dici tu.

Fai concentrare le persone sul risultato e dai libertà per usare i mezzi che preferiscono.

Lezione 3: poche regole CHIARE e INFLESSIBILI. Zero sentimentalismi e zero emotività.

Stabilisci SUBITO le aspettative e metti in chiaro le regole del centro.

Parla chiaramente di sanzioni disciplinari così come di premi.

Parlane subito, fin dai primi colloqui!!!

Molti problemi li hai perché non avete parlato
chiaramente di:

  • ferie
  • eventuale maternità
  • straordinari
  • formazione
  • riunioni

Fai uscire subito dubbi e seghe mentali.

Poi ricorda che non stai inserendo una possibile amica o confidente, ma solo un
“macchinario umano” che deve essere funzionale alla tua azienda.

Non mi conosci di persona e quindi è opportuno che ti spieghi cosa intendo sennò rischio di essere frainteso.

Non ti sto dicendo che non non contano i rapporti personali o che devi essere spietata con il tuo staff.

Penso esattamente l’opposto.

C’è però un aspetto chiave però che devi avere ben presente, sempre: la finalità del vostro rapporto non è ricreativo o emotivo, ma solo lavorativo.

Chi sbaglia paga.

Chi non produce, va mandato via.

Chi ti leva energie perché non ti segue e ti crea stress va eliminato subito.

Lezione 4: il periodo di prova di un dipendente non dura meno di un anno.

Per natura, nel periodo di prova, tutti danno il meglio di sé… poi, il declino.

La lingerie super sexy viene presto sostituita dal “mutandone del ciclo” (anche quando il ciclo non è ancora arrivato) non appena il rapporto è in sicurezza.

I messaggini e le rose del fidanzato spariscono non appena lui ha la certezza che ormai “la possiede”.

C’est la Vie.

Non appena la dipendente para-normale sente odore di contratto, già cambia.

Devi allora sapere che nei primi 12 mesi è tutto un test.

Mettila alla prova: lascia in giro soldi, inventa corsi per vedere se ti da disponibilità, fai un po’ la pazza e vedi come reagisce, metti alla prova la sua voglia di imparare.

Insomma, mentalmente devi sapere che 12 mesi (con 4 stagioni e 12 cicli mestruali) sono appena sufficienti per soppesare davvero chi hai davanti.

Se non va bene, manda via (nel frattempo sei sempre alla ricerca, ricordi?) senza aver paura di ritorsioni o altro.

La legge prevede che se una dipendente ti fa causa e la vince, il massimo della penalità sono 6 mensilità (una cifra enormemente più bassa del danno che un dipendente sbagliato ti crea).

Prevedilo già.

Lezione 5: dedica del tempo alle persone.

Se devi inserire qualcuno devi formarlo e dare attenzioni.

Devi dedicare 1/2 ore al giorno per tutta la prima fase a stare dietro, aiutare, supportare.

Se inserisci e poi non ti ricavi il tempo per seguire, è tutto inutile.

Non lasciare la persona sola all’inizio, entra in cabina con lei, falle vedere e usa clienti fidelizzate come “cavie”.

Prevedi già questo costo di tempo ed energie.

Lezione 6: se vuoi persone valide, devi pagarle BENE e devi essere sempre dalla parte della ragione.

Pagarle bene significa che la persona valida non deve avere il pensiero di “ma se mi metto
in proprio è meglio“.

Pagare bene significa non solo stipendio, ma anche attenzioni, regali e perché no, sorprese.

Essere dalla parte della ragione significa essere impeccabile contrattualmente.

Con la legge a tuo favore, è meglio.

Lezione 7: cerca persone con carattere, non con abilità.

Le abilità si acquisiscono.

La sincerità, la voglia di crescere, l’educazione e l’entusiasmo
o le hai, o non le hai.

Diventa brava a formare persone scarse tecnicamente ma con voglia di fare, piuttosto che ripiegare su persone “esperte” ma che poi non si inseriscono nel tuo metodo.

Se vuoi un tuo clone (Wonder Woman), la cosa si fa un po’ più difficile.

Magari riesci anche a formarla, ma è probabile che stai formando una futura concorrente.

Una volta che la persona ha delle caratteristiche base buone, lavoraci: ci lavoreremo anche noi con corsi e supporto.

Ma se cerchi quella brava:

  • a vendere
  • a fare le cere
  • a fare trattamenti
  • a fare pedicure
  • ordinata
  • proattiva
  • entusiasta
  • ambiziosa
  • che si accontenta di poco
  • carina
  • con esperienza ma con contratto di apprendistato

…E via così…

La situazione si fa complessa, non credi?

Lezione 8: non mollare.

Già, lo sconforto è sempre dietro l’angolo.

Le delusioni bruciano e fanno passare la voglia (o meglio, te la fanno venire, ma di
mandare tutti affanguuulo).

La gara la vince chi sa incassare oltre che menare.

Tieni duro e continua a cercare.

Migliora i tuoi clienti.

Lavora sull’organizzazione.

Metti in condizione la tua “società sportiva” di attrarre solo campioni. Fai diventare il tuo centro qualcosa di attraente per i talenti.

Per fare questo ti prego, dedica del tempo a studiare come gestire il tuo centro ANCHE se oggi non hai il team dei tuoi sogni.

Se tu cambi, il tuo centro cambia e le persone che selezionerai cambieranno.

Ok ti ho riempita di “Lezioni”, però ti ho dato un bel po’ di materiale su cui meditare per diventare campionessa di selezione d’estetista.

Noi ci siamo, come sempre.

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Collaboratrici centro estetico: come creare una squadra super affiatata

Collaboratrici del centro estetico: croce e delizia di qualunque titolare!

Ma ti interessa scoprire come creare una squadra di collaboratrici super affiatata che ti permetterà di far decollare il tuo centro e di riempire il cassetto nella metà del tempo?

La risposta a questa domanda la trovi in questo articolo che ho scritto per te e…per le tue collaboratrici!

Devi sapere infatti che questo articolo contiene anche una “lettera aperta” che ho scritto per le dipendenti di centri estetici e che ti chiederò poi di far leggere al tuo staff.

Partiamo da una delle domande che mi viene fatta più spesso e che è un ostacolo insormontabile per molte:

Cosa devo fare per motivare la mia collaboratrice a seguire il mio metodo e magari farla cominciare a vendere?

Dove l’attenzione è sempre su “non trovo le collaboratrici giuste” e “la gente non ha voglia di impegnarsi”.

Il che, per carità, può essere anche vero.

In questo articolo però parlerò apertamente a tutte le dipendenti e collaboratrici che sono presenti all’interno del gruppo.

E, se sei titolare, ti consiglio di STAMPARE e CONSEGNARE questo scritto alla tua dipendente.

Ad un patto però: non dovrai modificare nemmeno una parola di quello che ho scritto. Devi farla leggere così com’è!

Questa sarà una “prova del nove” per capire se la tua dipendente è una persona su cui vale la pena puntare oppure se è un caso irrecuperabile che dovrai assolutamente eliminare dal tuo staff.

Credimi, è un passo fondamentale per costruire una squadra affiatata di collaboratrici per il tuo centro estetico.

Prima però devo chiarire con te titolare un paio di cosette che hanno a che fare con il tuo lavoro di imprenditrice.

Facciamo un sintetico ripasso delle basi:

Come Imprenditrice dell’Estetica hai due obiettivi che devi assolutamente raggiungere con il tuo centro:

Obiettivo 1)
Produrre un guadagno che ti permetta di pagare IL TUO STIPENDIO che sia fisso ogni mese in qualità di “titolare operativa” del tuo centro

Obiettivo 2)
Produrre un UTILE adeguato (un guadagno extra tolte tutte le spese, compreso il tuo stipendio fisso)

Mi raccomando, il primo è estremamente importante da raggiungere perché devi cominciare ad ottenere un vero stipendio per le ore che passi all’interno del negozio.

Il secondo invece non è importante, E’ FON-DA-MEN-TA-LE!!!

Ricordati sempre che…

un'attività che non produce utili è un attività che NON HA RAGION D’ESISTERE

Certo, è importante la passione, sicuramente il tempo libero è fondamentale ma, parlando in maniera molto razionale e distaccata di “attività imprenditoriale”, GLI UTILI (con incluso il tuo compenso, come ho specificato qualche giorno fa in un articolo) sono lo scopo ultimo di un’azienda.

Quindi, se la tua attività in questo momento non sta producendo utili, semplicemente non sta raggiungendo lo scopo per cui è nata…e questo dovrebbe farti riflettere.

Detto questo, per poter raggiungere STIPENDIO e UTILE, prima di far entrare in campo strategie di marketing, tecniche di vendita e organizzazione perfetta…devi sapere programmare efficacemente.

Senza una corretta programmazione non vai da nessuna parte, semplicemente perché non saresti nemmeno in grado di capire DOVE andare.

Iper-semplificando (considera che dedico quasi mezza giornata all’interno del BIUTOP per dettagliare questa cosa) devi:

1) Fissare questi due obiettivi (a quanto ammonta lo stipendio che vorresti avere ogni mese dalla tua attività / quanto utile dovrebbe produrre la tua attività)

2) Dividerli per step su un arco temporale di 12 mesi.

3) Avere un obiettivo mensile di incasso ben definito che comprenda tutte le spese di struttura, gli investimenti, il tuo stipendio e l’utile che vuoi raggiungere.

4) Dividere l’obiettivo del mese in obiettivi settimanali

5) Condividere con il tuo staff obiettivi, numeri e strategie

Ebbene sì perché, mettitelo in testa, non sei fisicamente in grado di raggiungere tutto da sola mentre sei impegnata con i tuoi compiti di imprenditrice, estetista, mamma, compagna e chi più ne ha più ne metta.

È qui che entrano in gioco le tue collaboratrici con cui dovrai COMUNICARE condividendo i tuoi obiettivi.

Condividere con il tuo staff significa mettere a conoscenza le tue collaboratrici dei numeri del tuo istituto prima ancora di parlare di vendite e promozioni.

Come pretendi che i tuoi collaboratori riescano ad andare nella direzione giusta se non sanno nemmeno dove devono andare o con che mezzi ci possono arrivare?

Comunicare i numeri significa far sapere giornalmente al tuo staff gli incassi del giorno e -di conseguenza- quanto manca per l’obiettivo della settimana e del emese

Come fa il tuo staff a capire se una giornata si è chiusa bene piuttosto che male dal momento in cui vedono l’incasso ma non vedendo le spese in uscita?!

Sì ma io…cioè non voglio che il mio staff conosca i miei numeri…bè sai ok i corrispettivi però fargli vedere proprio tutto…nel totale c’è anche l’incasso ”””extra””” che ho fatto…

Cara titolare, avvicinati un po’ allo schermo che ti devo dire una cosa..

SVEGLIATIIII!!!!!

Pensi che chi lavora per te non si faccia un idea degli incassi del centro?
Ragiona! Conoscono i tuoi prezzi, conoscono l’agenda, pensi che non riescano a fare un semplice calcolo?

Il VERO problema non è il fatto che loro possano scoprire il tuo incasso ma piuttosto che le tue collaboratrici si facciano l’idea sbagliata su quanto TI RIMANE REALMENTE IN NEL CASSETTO!

Finché l’unica cosa che il tuo staff vedrà è il volume d’entrata senza sapere qual è l’obiettivo che copre anche il volume d’uscita, come pensi che riesca a capire la situazione in cui ti trovi nel tuo centro?

Tutte le volte che ti sei lamentata Il mio staff non mi capisce, il mio staff non mi segue, il mio staff dovrebbe provare a mettersi nei miei panni poi vediamo…

Stavi dicendo delle fesserie!

Non ti rendi conto che in realtà l’errore lo stai commettendo tu nel far vedere solo una parte dei numeri del centro alle collaboratrici che lavorano con te?

Come fai a creare un team di collaboratrici nel tuo centro estetico fatto da persone che remano nella tua stessa direzione e verso un unico obiettivo, se nemmeno sanno quanto è distante questo obbiettivo?!

Non devi nascondergli i guadagni, il tuo compito è quello di incassare, incassare insieme a loro e sopratutto renderli partecipi dei guadagni.

Ovvero: Lavoro di squadra = Obiettivi raggiunti = Più soldi per tutti

Devi gratificare chi lavora per te sopratutto se sono persone valide perché se no prima o poi ti faranno CIAONE con la mano e chi si è visto si è visto.

Non avere paura di comunicare e condividere i risultati del centro con loro.

Le persone valide saranno incentivate da questo e vedrai che grandissima differenza farà, sia in termini di risultati sia in termini di affiatamento!

Bene.
Ora ci siamo chiariti le idee, lascia che le tue collaboratrici del tuo centro estetico leggano quello che ho scritto per loro e se saranno ancora in negozio dopo aver letto questa lettera, vorrà dire che hai nel tuo gruppo dei collaboratori validi che meritano la tua attenzione!

Lettera aperta a tutte le collaboratrici di centro estetico che lavorano all’interno del tuo istituto

Cara collaboratrice, oggi ho deciso di scriverti perché voglio che tu capisca una volta per tutte qual è il mio lavoro e cosa insegno durante i miei corsi alle titolari dei centri estetici.

Non sono un orco brutto e cattivo che sta convincendo la tua titolare (o “Tito” come la chiamo io) a sfruttarti caricandoti di lavoro dalla mattina alla sera.

È esattamente il contrario.

In realtà il mio lavoro è quello di farti GUADAGNARE DI PIU’!

Non te lo aspettavi eh…E invece è proprio così!

Il mio obiettivo è quello di riuscire a farti guadagnare molto di più di quello che guadagni ora, facendo in modo che il tuo lavoro abbia un peso maggiore sull’andamento dell’attività.

Cosa intendo? intendo che quando un centro va bene, quando un istituto è “in salute” (e guadagna) ha la possibilità di incentivare le collaboratrici del centro estetico.

Avere un obiettivo condiviso che non sia solo “per la gloria” ma che sia sopratutto legato alla possibilità di guadagnare di più (che diciamocelo non fa schifo a nessuno l’idea) è uno stimolo maggiore a lavorare tutti spingendo nella stessa direzione.

Quello che io insegno alla tua Tito è proprio in che modo può coinvolgerti all’interno degli obiettivi del centro per raggiungere un risultato comune da cui TUTTI traggono benefici.

So benissimo cosa ti passa per la testa quando la tua Tito viene a dirti che devi vendere di più, che devi lavorare seguendo i protocolli, che devi imparare a sviluppare ogni cliente che passa in negozio.

Ma chi me lo fa fare?
Io cosa ci guadagno a sbattermi di più? Così magari a fine anno lei va ai Caraibi e io al massimo a Pinarella di Cervia…

Sbaglio?

Tranquilla, oggi le ho dato una bella tirata di orecchie e le ho fatto capire che non deve essere solo il mio obiettivo quello di volerti far guadagnare di più ma deve essere anche il suo!

D’ora in avanti le cose cambieranno e vedrai che raggiunti i primi risultati sarai tu a venirmi a ringraziare.

Ora però ascoltami molto molto bene

Tutto quello che ho appena detto vale solo se sei una collaboratrice di centro estetico che

  • Ha voglia di mettersi in gioco
  • È valida e si impegna ogni giorno per riuscire a raggiungere gli obbiettivi fissati
  • Ha un minimo di ambizione

Questo non vuol dire arrivare a fare tutto quello che fa la titolare (o avere le sue responsabilità) ma quantomeno non essere un peso morto all’interno dell’istituto.

Ho fatto questa premessa per metterti in guardia.

Il tempo del lavoratore con il posto fisso, che entra a far parte di un attività e dopo i primi periodi si “siede” con l’unico scopo di arrivare a fine giornata è ormai finito da un po’.

Se sei una collaboratrice che:

  • Non vuole avere rotture di scatole per potersi addormentare sulla sedia senza che nessuno la svegli
  • Vuole è arrivare a fine giornata senza fare fatica perché per te tutto è dovuto e figuriamoci faticare sul lavoro..non sei mica una schiava
  • Vuole è fare le sue 8 ore tranquilla, sia che ci sia gente in negozio sia che il negozio sia vuoto senza produrre un ben che minimo valore aggiunto al centro.

Allora faresti bene ad alzarti dalla sedia su cui sei seduta ora, smettere di leggere questa lettera, preparare le dimissioni e andartene prima che ti cacci la tua titolare.

Sì perché, all’interno del mondo “BIUTOP” la tua Tito imparerà a riconoscere a prima vista una collaboratrice valida da un infiltrata che come unico scopo ha quello di rubare uno stipendio.

E ti dirò di più, non avrai vita facile nemmeno fuori dal centro visto che ormai il mercato del lavoro è totalmente cambiato e – salvo che tu vada a lavorare per lo stato – se non dimostri di valere qualcosa nessuno ti terrà mai con sé.

Questo non vuol dire che non devi ricevere uno stipendio per le ore lavorate o per gli straordinari fatti. Anzi!

Ti sto dicendo però che i tempi son cambiati e il mercato del lavoro OGGI è alla ricerca di persone che abbiano voglia di crescere all’interno di un attività non che vogliano trovare il posto fisso per poter cominciare a NON LAVORARE.

Si perché devi sapere che sfortunatamente in Italia il riuscire ad ottenere il posto fisso è sempre stato visto come il punto di arrivo e non il punto di inizio.

“Ahhhh adesso che ho il posto fisso sto tranquilla e comincio a farmi i fatti miei”

Eh no cara, così sei solo una zavorra! Una spesa che non produce nessun tipo di guadagno.

Se il centro non guadagna come pensi che la tua titolare possa pagarti lo stipendio?

Se te ne freghi perché tanto se l’istituto chiude ne trovi un altro in cui andare a far finta di lavorare allora vuol dire che non sei tanto diversa da un virus che dopo aver ucciso il suo “ospite” lo abbandona per trovarne un altro da infettare.

Il vero lavoro del dipendente oggi è strettamente legato ai RISULTATI CHE PRODUCE.

Ora non sentirti accusata, sto facendo un discorso collettivo per farti capire che deve essere sopratutto nei tuoi interessi l’entrare a far parte in maniera attiva delle dinamiche dell’istituto.

Avere sotto controllo i tuoi risultati e venir VALUTATA anche per la tua capacità di produrre guadagno e fatturato.

Valutazione da cui deriva in maniera sacrosanta e giusta un guadagno maggiore e più gratificante rispetto a quello attuale.

Hai la fortuna di avere una titolare che ha deciso di prendere in mano la sua situazione come imprenditrice che indirettamente è anche la tua situazione, per poter migliorare la qualità di vita di entrambe.

Mi rendo conto che nessuno ti aveva avvisato di questa cosa, nessuno ti aveva detto che avresti dovuto imparare a svolgere dei protocolli nuovi, che avresti dovuto imparare a vendere che avresti dovuto imparare a sviluppare un cliente nel tempo.

Ma sei stata abbastanza fortunata da incappare in una titolare che ha voluto metterti davanti alla realtà dei fatti e della situazione per quello che è.

Devi cominciare ad assumerti delle responsabilità, cominciare a chiederti:

“Ma io cosa valgo all’interno dell’istituto? Faccio incassare o non faccio incassare?”

La stessa cosa la insegno alla tua tito. Perché anche lei deve chiedersi qual’è il valore aggiunto che ogni giorno, che ogni mese TI DA.

Sia in termini economici che di qualità dell’ambiente di lavoro.

Perché non basta più che la tua titolare ti paghi lo stipendio, deve poterti dare di più!

Già il fatto che abbia stampato questa lettera per dartela vuol dire che CREDE IN TE e nelle tue capacità.

E’ una chiara offerta a crescere. E’ una chiara offerta a guadagnare di più entrando profondamente nelle dinamiche del negozio e chi lo sa magari a diventarne anche socia un giorno.

Ora la palla passa a te. Questa occasione è unica e se la sprecherai potrai solo rimproverare te stessa.

Ti aspetto insieme alla tua Tito al BIUTOP di fine Novembre per imparare a vendere di più, in maniera continuativa, raggiungendo ogni mese gli obiettivi che vi siete prefissate. Arrivando a fine mese con il cassetto (e le tasche) piene.

Ricorda che se sarai un’estetista “comune” prenderai uno stipendio comune.

Ma se diventerai una professionista “straordinaria” avrai accesso ad una gratificazione “straordinaria”.

È la legge del mercato e…della Vita.

Mi auguro di incontrarti presto e di aiutarti a vivere la tua professione in modo straordinario come ho fatto già con migliaia di tue colleghe fino ad oggi.

Evviva le collaboratrici di centro estetico!

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“Cercasi personale per centro estetico”: il tuo centro è attraente come Google?

Scopri come utilizzare i trucchetti di Google per cercare personale valido per il tuo centro estetico con la stessa potenza di una calamita gigante

Solitamente quando mi capita di parlare con le miei allieve del discorso staff (sia in termini di selezione che gestione) vengo travolto da una raffica di domande che più o meno sono sempre le stesse:

“Marco ma come faccio ad assumere una dipe che non sia una scappata di casa?”

“Marco ma come faccio ad assumere una dipe che non scappi via dopo due mesi?” 

“Marco ma come faccio a tenermi stretta il mio staff? Ho paura che prima o poi decidano di sganciarsi e aprire per conto loro”

“Marco ma come faccio per cominciare a ricevere curriculum da parte di persone con profili adeguati alle richieste che faccio?

Alcune di queste domande magari te le fai pure tu, tutti i giorni, quando ti trovi davanti alla difficoltà da un lato di gestire il tuo attuale team e dall’altro di dover selezionare nuovi membri.

Se stai lavorando come “impiegata” di te stessa il discorso non cambi perché anche se ora sei sola potresti aver bisogno di assumere personale a breve.

E se hai letto il mio libro probabilmente succederà molto presto visto che ti aumenterà il lavoro (e di conseguenza gli incassi)

Allo stesso modo potresti (anzi DOVRESTI) farti queste domande se stai per aprire un nuovo centro. In questo caso il tuo problema è anche più “grosso” perché devi selezionare più persone per ruoli diversi.

Guarda.. non è che io in questo momento voglia caricarti ancora più di pressioni, ma nel caso tu stia per aprire un centro nuovo allora la selezione del personale dovrai farla con moltissima cura.

La squadra che andrai a comporre sarà quella che ti dovrà sostenere nei primissimi mesi dell’attività (che sono anche i più intensi si da un punto di vista lavorativo che emotivo) e da cui dipenderà il tuo successo o il tuo insuccesso.

No no no, non fare quella faccia, non aver paura.

Una bella dose di BIUTOP e vedrai che passa tutto!! 🙂

Tornando a noi, quello che sto per dirti non è un segreto anzi probabilmente lo sai meglio di me che: la ggggente è scema!!

Ma questo non toglie il fatto che la fuori ci siano anche tantissime persone con la testa sulle spalle (e la voglia di lavorare) che sono alla costante ricerca di un posto di lavoro che possa appagarli.

Vuoi un esempio?

Oggi navigando nelle notizie del giorno mi sono imbattuto in un articolo piuttosto interessante:

Google – Oltre 2 milioni di candidature all’anno

In pillole l’articolo diceva questo: Google ogni anno riceve qualcosa come 2 milioni di candidature a fronte di poche centinaia di posti disponibili.

Non sono mai stato un campione di matematica ma qui il calcolo è semplice

  • 2.000.000 candidature ogni l’anno
  • 166.666 candidature ogni mese
  • 38.461 candidature ogni settimana
  • 5.490 candidature AL GIORNO
  • 228 candidature ogni ora (24h su 24h)
  • 3,7 candidature al minuto

Se ci pensi sono dei numeri incredibili!

Come puoi vedere la mole di richieste che Google riceve ogni giorno è pazzesca, a tal punto che l’azienda ha ABOLITO il curriculum e i colloqui personali (per ovvie ragioni organizzative) introducendo dei sistemi di valutazione alternativi.

In tutto questo la cosa più incredibile però non te l’ho ancora detta. 

Infatti l’azienda non solo riceve tutti i giorni una valanga di curriculum (che non basterebbe una vita per leggerli tutti), ma riceve queste candidature da alcuni dei cervelli più brillanti al mondo.

Le persone più capaci e volenterose che di loro iniziativa (sì, perché Google non mette nemmeno annunci) si candidano per avere una possibilità di entrare a far parte di questa realtà.

Ora se nella tua testolina la vocina del diavoletto sulla tua spalla sinistra ti sta dicendo

Sì, ma tanto quella e Google, ci credo che ricevono curriculum! E poi cosa cavolo centrerà con ME!!

Allora te lo dico subito io e presta moooolta attenzione perché l’argomento farà una grossa differenza nella tua attività!

Per prima cosa voglio farti notare che Google è l’azienda con più richieste di lavoro provenienti da tutto il mondo ma nonostante questo NON è l’azienda più grande al mondo.

Ci sono aziende molto più grandi (a livello di personale) che non ricevono nemmeno 1/3 delle candidature che riceve BIG G.

Cosa centra tutto questo con te?

Bé cara la mia tito questa è la domanda sbagliata..

La domanda giusta è “Come cavolo fanno?”

Questo aspetto dovrebbe interessarti perché è quello che potrebbe trasformare il tuo centro da un impresa anonima che nessuno si c@ga ad un attività dove chiunque vorrebbe poter lavorare.

Mai sentito parlare di legge dell’ATTRATTIVITÀ?

La legge dell’attrattività è quella legge che definisce quanto tu sia capace di attratte all’interno del tuo centro ogni genere di:

  • cliente target
  • clienti non target
  • collaboratori spazzatura
  • collaboratori validi

Se fai una piccola analisi interna ti renderai subito conto di che tipo di attrattività è capace il tuo centro, sia per quanto riguarda i clienti che per quanto riguarda i collaboratori.

E mentre tu devi pregare per ricevere un curriculum buono ogni 5 (sperando di riceverne almeno 5) aziende come Google attirano solo il meglio del meglio.

Come fa?

Devi sapere una cosa, Google utilizza alcuni trucchetti per fare in modo da essere vista all’esterno come la miglior azienda al mondo.

Questi trucchetti sono gli stessi che la rendono così desiderabile che ogni genio sulla faccia della terra vorrebbe lavorarci.

Non vorresti poterli utilizzare anche tu per diventare il punto di riferimento ASSOLUTO per qualsiasi estetista professionista della zona? Magari cominciando a ricevere candidature di persone con la testa sulle spalle (e non nel cu…sedere).

Si? Ok allora stai bene attenta

TRUCCHETTO N°1

Google offre il miglior ambiente di lavoro al mondo

Per definizione un ambiente di lavoro ottimale è quello che permette ai collaboratori di fidarsi delle persone con cui lavorano, di essere orgogliosi di ciò che fanno e di divertirsi nel farlo.

Un ambiente di lavoro ottimale comprende anche tutte le comodità del caso, con spazi dedicati esclusivamente al personale, al riposo, o semplicemente con la disponibilità di cibo e bevande a costo zero.

Ovviamente non ti sto dicendo che devi ribaltare il tuo centro per dare ai tuoi dipendenti degli spazi dedicati o cose di questo tipo.

Bisogna ridimensionare questa strategia alla tua situazione.

Puoi cominciare creando dei momenti di condivisione con il tuo staff sia durante l’orario lavorativo che extra lavorativo.

Puoi farlo offrendo dei momenti di relax e delle pause extra, tenendo sempre a mente che l’obiettivo finale deve essere quello di responsabilizzare il tuo team ed eventualmente “beccare i furbi”.

Nel momento in cui trasmetti all’esterno questa tua filosofia di lavoro saranno gli altri e venirti a cercare e non viceversa.

TRUCCHETTO N°2

Google offre tanto e pretende tanto. Questo scoraggia gli scappati di casa a candidarsi.

Per ricollegarci a quello che ti ho appena detto.

Google non solo offre un ambiente di lavoro estremamente favorevole e stimolante (con tutti gli optional del caso)

Offre anche degli incentivi, dei premi produzione, dei bonus annuali e a fronte di tutto questo richiede un livello di capacità e produttività molto alto.

Questo fatto si ricollega ad una ricerca in cui mi ero imbattuto qualche tempo fa.

Ad un campione di 100 persone erano stati sottoposti due annunci lavorativi:

  • il primo per una posizione impiegatizia con una retribuzione annua lorda di poco più di 16.000€;
  • il secondo per una posizione dirigenziale con una retribuzione annua lorda di oltre 75.000€.

Entrambe non avevano nessuna specifica richiesta rispetto ad esperienza pregressa. Solo una nota relativa alla responsabilità.

Risultato?

Oltre il 78% dei candidati ha applicato per la posizione impiegatizia mentre solo un 22% ha applicato per quella dirigenziale.

Perché? Semplicemente perché una persona che non ha voglia di lavorare o mettersi in gioco non ha interesse ad arricchirsi.

Preferisce andare dove sa che potrai stare comoda a scaldare una sedia senza tante rotture.

Per quanto riguarda la tua situazione il tuo obiettivo è quello di cominciare ad offrire di più ai possibili candidati, e lo puoi fare già nel momento in cui vai a creare l’annuncio di lavoro:

  • crea un piano incentivi;
  • crea un piano bonus annuali;
  • crea un piano formativo e di crescita professionale.

La diretta conseguenza sarà quella che allontanerai AUTOMATICAMENTE tutti gli scaldasedia!

Anzi, in realtà non li starai nemmeno eliminando tu perché si elimineranno con le loro mani!

Finalmente non dovrai più perdere tempo con curriculum mandati da persone che hanno tempo da perdere e vogliono farne perdere anche a te!

TRUCCHETTO 3°

Google paga bene!

Probabilmente potevi aspettartelo, mi pare ovvio che se vuoi permetterti l’eccellenza devi anche essere disposta a tirar fuori qualche soldino dal cassetto.

Quelli di Google sono tra gli stipendi più alti al mondo per le posizioni occupate!

Ora anche in questo caso RIDIMENSIONIAMO, non vorrei mai che ti venisse un attacco di cuore perché ti tocca pagare di più una futura dipe.

Fatto sta che devi uscire dal Mesozoico con le tue braccina da t-rex e alzare la base dello stipendio che dai all’interno del tuo centro.

Puoi tranquillamente prevedere degli scaglioni temporali che ti permettono di capire se hai a che fare con una dipe perditempo o con una dipe valida.

Parti da una base standard che andrai ad incrementare dopo il primo anno di lavoro.

Fai in modo che chi lavora per te non debba preoccuparsi delle bollette da pagare ma possa concentrarsi al 200% sulla sua produttività all’interno del centro.

TRUCCHETTO 4°

Google NON seleziona.. si fa selezionare

Questo è l’ultimo trucchetto e anche il più avanzato.

Come dicevo prima Google non mette praticamente mai annunci di lavoro pubblici, piuttosto usa mezzi alternativi per far sapere che ci sono delle posizioni aperte.

Articoli di giornale, interviste ai manager, notizie rispetto a nuove sedi inaugurate ecc..

Usare questa strategia permette a Google di non avere richieste di lavoro esclusivamente quando ne ha bisogno ma di riceverle costantemente.

Inoltre le posizioni disponibili sono sempre pochissime rispetto alla mole realmente necessaria.

Questi ultimi due aspetti permettono all’azienda di sfruttare un doppio vantaggio.

1) Avere sempre curriculum freschi.

In modo tale da poter rimpiazzare una risorsa che viene a mancare in qualsiasi momento, senza interrompere la “catena di produzione”

2) Creare l’effetto “fila all’ingresso”.

L’effetto “fila all’ingresso” permette a Google di essere vista come estremamente esclusiva e di conseguenza di ricevere attenzioni ed interesse continuo da parte di persone con profili estremamente interessanti.

Ovviamente per poter arrivare a non dover selezionare ma a farsi selezionare dovrai prima lavorare su tutti i punti che abbiamo visto in precedenza.

Diciamo che il tuo obiettivo è arrivare QUI.

Nella condizione in cui saranno le migliori estetista della zona o del capoluogo a voler lavorare nel tuo centro. Al punto da inviarti richieste anche in momenti in cui apparentemente non ne hai bisogno.

Ricapitolando, ecco come dimenticarti dei cartelli "cercasi personale centro estetico"

Per cominciare a ricevere curriculum a raffica senza rimanere con le spalle al muro per una dipendente che si licenzia, per assicurarti che il tuo staff ti segua e sia produttivo al 200%:

  • Migliora l’ambiente di lavoro per fare in modo che il tuo attuale staff cominci a parlare in maniera realmente entusiasta di te all’esterno e fare in modo da poterti spendere come “Miglior ambiente lavorativo di tutta la tua zona”
  • Offri un piano di incentivi valido, con bonus mensili, semestrali e annuali (ovviamente a fronte del raggiungimento degli obbiettivi.
    Non devi dissanguarti senza un reale motivo)
  • Offri un piano di crescita sullo stipendio fisso
  • Rendi più appetibile anche dal punto di vista economico la posizione che hai appena aperto.
  • Se continui ad assumere con contratti da stagista come pretendi di attrarre all’interno del tuo centro persone di valore?
  • Crea l’effetto “fila all’ingresso”
  • Fai parlare di te, sul giornale locale, in radio o da parte dei tuoi dipendenti.
    Fai in modo che si sappia la qualità dell’ambiente lavorativo che hai creato all’interno del tuo istituto.

Questo trasformerà automaticamente in un ELITÉ tutte le persone che hanno il privilegio di lavorare con te, portando chi sta all’esterno a desiderare di entrare a far parte della tua realtà.

Dovrai sfruttare la tua capacità di fare pubbliche relazioni NON solo per promuovere il tuo centro ma anche l’ambiente lavorativo.

Fidati che indirettamente attirerai anche parecchi clienti target.

“Sì ma Marco io adesso questi cambiamenti non posso attuarli, almeno non nel breve! E ho bisogno SUBITO di personale”

Ehhhh che fatica…

Ok ti do la strategia “mordi e fuggi” ma devi promettermi che ti impegnerai a fare in modo che il tuo istituto diventi la piccola Google della tua città! OK??

Molto brevemente.

Non vuoi più ritrovarti nella situazione in cui una tua dipe si licenzia e ti tocca fare i salti mortali per coprirla selezionando a caso la prima persona che passa davanti al tuo istituto?

Allora dovrai…fare selezione del personale SEMPRE!

Guarda che quando dico SEMPRE intendo proprio SEMPRE SEMPRE!!

Anche quando pensi di non averne bisogno! Sulla tua scrivania devono esserci perennemente 2/3 candidature valide a cui hai già fatto il colloquio, che potrebbero entrare in gioco in un momento di difficoltà.

Inoltre se vuoi eliminare i curriculum che potrebbero essere delle perdite di tempo utilizza questo trucchetto.

Ogni volta che scrivi un annuncio, all’interno di questo fai una richiesta ESTREMAMENTE specifica rispetto al formato o al titolo con cui il candidato dovrà inviare i suoi dati.

Es: Alla fine dell’annuncio inserisci la clausola

“Inviami il tuo curriculum in formato PDF. Il titolo del file dovrà essere CANDIDATURA-TUO NOME”

Questo piccolo accorgimento ti permette di capire SUBITO quando qualcuno ti manda una candidatura senza nemmeno leggere l’annuncio.

Ti evita tantissime perdite di tempo e ti permette di cestinare immediatamente (senza bisogno nemmeno di leggerle) tutte le candidature che non rispettano i tuoi standard.

Perché parliamone! Non vorrai mica fare il colloquio a una persona che probabilmente sta mandando curriculum a tappeto senza nemmeno leggere per cosa sta applicando!!

Ok? Ecco a te la strategia “mordi e fuggi” che volevi!

Ora che hai tutti gli strumenti, cerca di perdere meno tempo possibile dietro alle persone sbagliate e investi risorse ed energie per trasformare il tuo istituto nel miglior posto dove un estetista professionista potrebbe voler lavorare.

Non voglio più vedere il cartello “Cercasi personale per centro estetico” nel tuo istituto!

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Staff

Le 24 regole per avere uno staff impeccabile, direttamente dalla catena di fast food più buona d’America

Davvero? Si può imparare da un fast food come avere uno staff impeccabile nel proprio centro estetico, anche se non si vendono panini?

Ebbene sì, ora ti spiego tutto.

Vedi, ogni volta che ho l’occasione di fare dei viaggi di lavoro negli USA, non posso fare a meno di andare a mangiare in una delle catene di ristoranti più famose in America

Il mitico Johnny Rockets!

Se non hai mai fatto un viaggetto oltre oceano magari questo nome non ti dice nulla, ma devi sapere che sono in attività dal 1986 con una specializzazione molto precisa.

Johnny è diventato famoso per esser stato uno dei primi ristoranti americani ad offrire ai suoi clienti solo hamburger di manzo (qualità Black Angus) preparati al 100% sul momento, a cui abbinare gustosi milkshake fatti a mano.

(Si si, lo so, la dieta e tutto il resto… Ma GIURO che non era lunedì!)

Ricordo che, durante una delle mie ultime visite, la mia attenzione -a stomaco pieno- è stata attirata dal poster del “Regolamento interno per lo staff”.

Questo poster mi ha fatto riflettere su quanto gli americani siano avanti anni luce rispetto a noi e su come ci sia sempre da imparare indipendentemente che si lavori nel campo della ristorazione o in quello dell’estetica.

L’immagine (che ti ho allegato qui sopra) è la rappresentazione di uno dei camerieri di Johnny, vestito con la tipica uniforme usata nei fast food degli anni ’50, ed è intitolata:

"Prima di andare in servizio"

Ecco qui di seguito le 24 regole che vengono date ai camerieri.

Leggile tutte e poi condivido con te un paio di considerazioni finali.

1) Il cappellino dovrebbe coprire i capelli

In questo caso non serve essere dei geni per capire che un cappellino nella ristorazione permette di non far finire capelli nel cibo.

In un centro estetico non c’è la necessità di portare un cappello ma sarebbe buona cosa presentarsi al lavoro quantomeno con i capelli in ordine.

2) Tenere i capelli tagliati

Come appena detto al punto precedente. Non c’è bisogno di essere drastici basta presentarsi in ordine.

3) Essere pronti a dare buoni consigli

Fai in modo di essere sempre pronta ad ascoltare le esigenze delle tue clienti avendo sempre ben chiaro che trattamenti – prodotti proporre proporre e quando proporli.

4)Tenere una rasatura pulita

Che nel tuo caso potrebbe tranquillamente tradursi in un più semplice presentarsi con il viso pulito e fresco.

5) Essere pronti a conversare in maniera piacevole

6) Avere i denti puliti

7) Avere un alito piacevole

E qui il discorso fumo torna prepotentemente. Fai in modo che il tuo staff abbia sempre un alito fresco o quantomeno non puzzolente.

8)Non masticare chewingum

Educazione di base.

9) Indossare un girocollo pulito

Fa ovviamente riferimento al tipo di divisa del dipendente di Johnny.

Nel tuo caso basta ricordare di avere un abbigliamento ordinato.

10) La cravatta non dovrà essere sporca o sgualcita

Vale lo stesso discorso appena fatto qui sopra.

Un accorgimento può essere quello di elencare i vari pezzi che compongono la divisa indicando il giusto modo di indossarli.

11) Indossare una maglietta pulita

12) Tenere tutti i bottoni della giacca chiusi

13) Il corpo NON deve avere odori cattivi

Una corretta pulizia della persona è alla base della civiltà, sopratutto se lavori a contatti con altre persone. Inutile rimarcare nuovamente il discorso riguardante la puzza di fumo.

14) Piegare le maniche della camicia in modo accurato
Sempre riguardo all’ordine nella presenza e nella divisa.

15) Fissare bene il grembiule

16) Avere la camicia ben inserita nei pantaloni

17) Indossare pantaloni senza nessun tipo di toppa posteriore

18) Nessun orologio da polso

Ed aggiungo, nessun bracciale, braccialetto, anello..

Devono essere le prime cose a sparire dal momento in cui il tuo lavoro è utilizzare LE MANI su un altra persona.

19) Nessun gioiello luccicante

20) Mani pulite

Mi raccomando, le mani sono il tuo strumento principale di lavoro.

Sono come un set di cacciavite per un meccanico o il codice civile per un avvocato!

Fai in modo che siano sempre pulite e nei limiti del possibile curate.

21) Unghie pulite

22) Indossare pantaloni puliti

23) Fare un risvolto ai pantaloni se troppo lunghi

24) Indossare scarpe comode

Bene!

Questi sono i 24 punti che compongono la guida a come un cameriere di Johnny deve sistemarsi PRIMA di iniziare il turno.

(Il che implica che se se inizi alle 9.00 devo stare sul posto di lavoro tra le 8.30 e le 8.40)

Perché ho voluto elencarti i punti di un Fast Food?

Semplicemente perché se lo fa chi vende panini, è impensabile che non lo faccia chi ha a che fare con la pelle, il corpo e il benessere delle persone.

È impensabile che un centro estetico non lo abbia e non lo faccia applicare ai dipendenti.

Avere un regolamento interno riferito a come lo staff deve presentarsi sul lavoro è fondamentale per poter far fare il salto di qualità al tuo istituto.

Devi decidere se vuoi rimanere tutta la vita la Tito di un centro mediocre o diventare la Tito di un centro che punta all’eccellenza sotto ogni aspetto.

Lavori con l’immagine!

Qual è l’immagine che comunichi tu ed il tuo staff?

Qual è il tuo standard di eccellenza?

Lo hai?

Lo comunichi al tuo staff?

Formi lo staff su questo standard?

Lo fai rispettare?

E, se sei dipendente, sei consapevole di quanto sia importante essere IMPECCABILE nel centro?

Non si tratta di “standardizzare” o “depersonalizzare” si tratta di avere un obiettivo comune che è l’eccellenza e la bellezza in ogni sua forma.

Non puoi pretendere che una persona si affidino a te se la prima cosa che vede è l’assoluta noncuranza di ogni aspetto legato alla presenza.

Siamo intesi?

Ottimo.

Cosa devi fare nella pratica per avere uno staff impeccabile

Prendi spunto da questa lista e crea la tua guida interna a come un perfetto dipendente del tuo centro estetico deve presentarsi al lavoro.

Nel mio libro, tra i bonus, trovi anche un esempio molto dettagliato di cosa intendo.

Il punto è: scrivi in modo dettagliato ciò che vuoi, condividilo con il tuo staff, integralo se necessario, fallo diventare una regola.

Una piccola nota finale:

Inizialmente ti ho voluto specificare le origini dell’uniforme dei camerieri (ricordi? Da fast-food anni ’50’…) per un motivo BEN PRECISO.

Il locale come avrai capito è a tema e ogni particolare a partire dagli indumenti deve essere coerente con l’insegna.

Per quanto ti riguarda vale lo stesso identico discorso!

Se all’interno del tuo centro non hai ancora previsto una divisa che ti rappresenta allora fai in modo di correre subito ai ripari.

Non puoi avere un locale elegante, un nome ed un insegna eleganti ed uno team senza uniforme o con delle uniformi non adeguate a rappresentarti.

Ricordati sempre che il tuo staff è l’estensione fisica del tuo centro, sono le persone che si relazionano con i tuoi clienti e che trasmettono la tua immagine.

Devi fare in modo che anche il cliente percepisca la tua attenzione verso questo particolare.

Le divise dei camerieri che lavorano per una trattoria non sono sicuramente quelle dei camerieri che lavorano per un ristorante 5 stelle!

Vuoi far la figura del ristorante stellato con i camerieri da trattoria?

Fai in modo che sia tutto perfetto.

Sono i dettagli -sempre- che fanno la differenza se desideri uno staff impeccabile!

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Staff

Scopri chi è la Cordenia, la figura che NON può assolutamente mancare nel tuo centro estetico

La Cordenia, ossia la figura della coordinatrice del centro estetico, è sicuramente uno dei trattamenti distintivi dell’organizzazione dello staff del Metodo BIUTOP.

Ma prima di vedere chi è e di cosa si occupa questa figura professionale, è importante fare una premessa: la Cordenia NON è una receptionist!

Anzi, a dire il vero anche definirla coordinatrice è incompleto…il suo vero ruolo è: rullo di tamburi…Coordinatrice efficace in estetica! Quella figura mitologica un po’ umana, un po’ divina che sembra avere mille poteri…

Ecco, se dovessi immaginare la parte divina della Cordenia la vedrei molto bene nei panni della Dea Kali.

Hai presente la dea indiana con 10 braccia?

È una figura benefica e terrificante allo stesso tempo che rappresenta l’energia femminile attiva e dirompente, dalla potenza inarrestabile che tutto crea e tutto distrugge.

Le infinite braccia con cui viene rappresentata simboleggiano il suo potere illimitato su ogni cosa.

Credo non ci sia un modo migliore per definire una Cordenia… (a parte il potere illimitato ovviamente, quello ce l’hai tu!)

Perché?

Se pensi a tutti i lavori che fa al posto tuo (se non conosci il suo mansionario, continua a leggere), non faresti difficoltà ad immaginare la Cordenia con infinite braccia proprio come la Dea Kali.

Una divinità in grado di regalarti molto più tempo libero che adesso sogni solamente!

E pensare che sono stato il primo nel nostro settore a parlare dell’importanza di questa figura, da sempre sottovalutata.

La receptionist è infatti sempre stata considerata un lusso riservato ai centri più grandi o – ancor più spesso – una figura superflua.

Sia chiaro, non è che ho “inventato” io il concetto della receptionist-coordinatrice ma sicuramente sono stato il primo a definire il suo ruolo nel centro estetico moderno, il mansionario ed il primo ad aver trasmesso attraverso il mio libro la sua reale importanza di coordinatrice.

Grazie a questa figura centinaia di titolari stanno migliorando la loro qualità di vita e la qualità di incassi del centro in modo grandioso.

Sì, perché è proprio questo il punto.

La domanda che mi sono fatto quando ho definito questo ruolo è stata:

Come posso migliorare la qualità di vita delle Titolari che mi seguono regalando loro più tempo libero e più incassi allo stesso tempo?

Lo so che sembra impensabile, probabilmente anche tu sei abituata all’equazione più lavoro = più guadagno ma la verità è che più lavori e più ti allontani dal sogno che ti ha fatto aprire un centro estetico.

Se il mestiere che hai scelto è l’Imprenditrice, allora sono sicuro che quello che ti aspettavi dal tuo lavoro non era una vita stressante e convulsa a tal punto da non riuscire a goderti i tuoi guadagni.

Al contrario, quello che ogni imprenditore dovrebbe aspettarsi è una qualità di vita superiore rispetto alla media delle persone.

Ma fermiamoci un secondo, che cosa si intende esattamente per qualità di vita?

Semplice…

Un giusto guadagno che ti soddisfi e che non ti faccia stare costantemente in ansia. Ansia di pagare le bollette, di mandare i figli a scuola e ansia di pagare il mutuo.

Il giusto tempo libero per godersi i frutti del lavoro. Passare più tempo con la tua famiglia, magari fare vacanze senza avere l’angoscia che qualcosa possa andare storto nel tuo istituto.

Sbaglio o quando hai deciso di metterti in proprio l’hai fatto perché avresti voluto guadagnare di più ed avere più tempo libero per te?

Per andare in quella direzione devi innanzitutto realizzare che l’equazione “Guadagnare tanto = Lavorare tanto” è sbagliata.

Non intendo dire ovviamente che non devi sudare per ottenere un risultato, ci mancherebbe.

Ciò che nel piccolo ho costruito, l’ho fatto con venti anni di sacrifici, weekend sacrificati e nottate al computer.

Ciò che è assurdo però è quando guadagni tanto ma non hai nemmeno un secondo per goderti il frutto del tuo duro lavoro.

In questo caso ti manca la cosa più importante per un imprenditore e che ti differenzia dalla media delle persone che invece si accontentano di uno stipendio a fine mese: il TEMPO LIBERO.

Attenzione, non ti sto dicendo che puoi smettere di lavorare dall’oggi al domani e goderti la vita senza alcun criterio. No, ma devi iniziare a muoverti verso il tuo sogno di imprenditrice di successo.

Devi iniziare ad avere tanti guadagni, il cassetto e l’agenda sempre piena, MA devi iniziare anche ad avere la cosa più importante in assoluto per un imprenditore: il TEMPO Tempo per goderti i sudati guadagni.

Non è possibile che la tua vita di imprenditore sia destinata a rimanere nell’equazione più lavoro = più guadagno.

Continuare a spaccarti la schiena accollandoti quante più mansioni e ruoli possibili all’interno del tuo istituto è la via più veloce per ritrovarti senza più energie nell’arco di breve tempo.

Non puoi essere allo stesso tempo:

  • operatrice di cabina
  • receptionist
  • venditrice
  • manager
  • psicologa
  • spalla su cui piangere
  • a volte anche ginecologa
  • intermediaria con fornitori e banche

Il tuo ruolo non è quello della Cordenia, il tuo ruolo è solamente uno: la Titolare. Tempo per goderti i sudati guadagni.

E in quanto tale il tuo obiettivo deve essere quello di ambire ad una qualità di vita superiore alla media.

E per raggiungere questo obiettivo di cosa hai bisogno?

Della Dea Kali!

Hai bisogno di una figura strategica all’interno della tua attività che sia più divina che umana.

Una figura che sia molto più come te piuttosto che come un’operatrice che lavora in cabina.

Una persona che riesca a gestire il centro senza che tu sia presente.

Una persona su cui fare affidamento e che non abbia bisogno di essere imboccata ogni volta anche per stampare una semplice fattura o prendere un appuntamento con una cliente.

Hai bisogno della Cordenia, la coordinatrice efficace in estetica che:

  • prende appunti in autonomia e senza che tu debba fare nulla avrai un’agenda sempre organizzata, dettagliata e precisa;
  • decide con la clientela le modalità di pagamento. Anche se la cliente vuole pagare in yen giapponesi, lei è formata e proattiva anche per risolvere un eventuale problema di questo genere;
  • spiega le modalità di trattamento così da ingolosire le clienti che non vedono l’ora di provare le mani fatate delle operatrici;
  • spiega il prodotto parlando sempre e solo di benefici diretti per la cliente, senza mai fare nemmeno un accenno sulle caratteristiche tecniche se non su specifica richiesta;
  • calendarizza i trattamenti così da avere le cabine sempre piene;
  • si prende la responsabilità dell’ordine nelle cabine e delle operatrici che vi lavorano dentro;
  • controlla corrispettivi, banche, pagamenti

E tante altre mansioni di cui tu – essendo la titolare – non devi assolutamente occuparti.

Ovviamente con i giusti tempi e nelle modalità più consone alla tua situazione.

Alla luce di quanto approfondito in questo articolo, se in questo momento non hai già una Cordenia inserita nel tuo staff, sono certo da domani mattina ti metterai in moto per correre ai ripari!

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Accoglienza del cliente in un centro estetico: conosci l’effetto regina?

L’accoglienza del cliente in un centro estetico è un’attività fondamentale, in quanto rappresenta il modo in cui il centro vede le proprie clienti, come interagisce con loro, quanto e come le “celebra” e le fa sentire importanti e coccolati.

Nel corso Cordenia per sintetizzare questo approccio suggerisco di regalare alla clienti del centro un “momento di nobiltà” ogni volta che vengono nel tuo centro, un vero e proprio “effetto regina”.

Così come le nobildonne del passato potevano permettersi di avere schiere di servitori pronte ad accudirle e a soddisfare ogni loro richiesta, allo stesso modo oggi (con le debite proporzioni) lo staff in grado di dare questa sensazione alle clienti del centro riuscirà a conquistarle e fidelizzarle per sempre.

Parlo di MOMENTI di nobiltà perché, ovviamente, la cliente resta nel centro solo pochi minuti, un paio d’ore al massimo.

Una volta fuori tornerà nella spietata vita reale, spesso chiamata essa stessa a rispondere alla richieste di figli, mariti, capi, ecc. ecc. rimpiangendo i minuti passati da voi e attendendo impaziente di essere di nuovo la Regina, all’interno del vostro cento.

Riuscire ad avere tutto lo staff così fortemente votato alla cura e servizio della cliente è impresa per nulla facile e scontata.

La cultura dell'accoglienza del cliente in un centro estetico, così come la cultura aziendale tutta, è la diretta espressione dei valori e dei principi della titolare stessa.

La cultura del servizio, infatti, non si può installare con un regolamento o codificare in una procedura; e nemmeno può essere imparata in un corso, o leggendo un libro perché è più simile ad una filosofia, ad un “modo di vivere e sentire” la propria professione come servizio, appunto.

Dove si impara quindi la cultura del servizio?

Come è possibile trasferirla a tutte le collaboratrici del centro?

Per provare a rispondere a queste domande ho pensato a quella che è stata la mia personale formazione alla “cura del cliente” e senso di “servizio”.

Anche tu potresti aver avuto esperienze simili… e questo potrebbe essere un problema se stai formando nuove collaboratrici.

La cultura dell'accoglienza appresa in famiglia

La mia prima formazione nella cultura del servizio è decisamente cominciata in casa.

Mi ricordo un vero e proprio training da parte dei miei genitori nel come ci si relaziona con le persone, come si saluta (e come NON si saluta) come si guardano, come non si guardano, persino come si risponde al telefono. 

Con tanto di feedback e correzioni ogni volta che non veniva fatto nel modo corretto.

Ora, qualcuno di voi mi dirà: “vabbè, è normale che i genitori educhino i propri figli, che cosa mi stai dicendo?

La realtà, però, può essere molto diversa da così. 

Ci sono persone che crescono in famiglie disfunzionali, o dove non ci sono le occasioni le opportunità per fare scuola su questi aspetti.

In questi anni, ad esempio, mi è capitato spessissimo di sentire titolari lamentarsi di giovani collaboratrici perché “danno del tu a tutte le clienti, anche quelle che non conoscono, anche più grandi di loro“.

Quindi, se siete fortunate avrete nel vostro staff persone che hanno ricevuto una prima educazione al servizio direttamente a casa ma, se così non fosse, sarà compito della titolare provvedere a questa “carenza”.

Leggevo di recente che Starbucks, nei suoi processi formativi interni, insegna ai propri impiegati quel genere di abilità che la famiglia, la società e la scuola non sono riusciti a trasmettere. 

Tutti gli impiegati, solo nel primo anno, passano almeno 50h a lezione e altre decine di ore a casa sui libri o insieme ai mentori che vengono assegnati loro.

Senza arrivare a tanto, come titolari, non possiamo però nemmeno scandalizzarci se, a qualche giovane dipe, dovremo insegnare ANCHE come si saluta.

Quella che per noi è una formazione scontata e di base, perché ci è stata impartita in casa, fin da piccoli, per molte persone è semplicemente un corso tutto nuovo, ancora da iniziare.

La cultura dell'accoglienza appresa sul posto di lavoro

La seconda grande scuola di “cultura del servizio” per me è stato proprio il mio primo lavoro.

Ho mosso i miei primi passi nel mondo del lavoro in una società di formazione (guarda il caso) e sono stato esposto ad un sistema di “addestramento” e controllo interno in cui collaboratori più esperti educavano le new entry come me su i segreti del mestiere.

Come bisognava vestirsi (la divisa), il rispetto degli orari, dei ruoli e delle gerarchie, e poi proprio tutte quelle attenzioni al cliente: come accoglierli, come accompagnarli al loro posto durante i corsi, come gestirli nelle pause, ecc. ecc.

Organizzare un corso significava mettersi al servizio dei partecipanti per fare in modo che vivessero l’esperienza migliore possibile.

Per questo anche i dettagli diventano importanti: la musica nelle pause, il comfort dell’aula, uno sguardo e un sorriso sempre disponibile per chi aveva bisogno di supporto ecc. ecc.

La stessa cura dell’esperienza che oggi provo a condividere con chi viene a far parte del nostro staff quando organizziamo eventi dal vivo e che, mi auguro, venga percepita dalle nostre allieve.

Questo per confermarti ancora una volta che, sia a casa sia al lavoro, l’educazione e la formazione alla cultura del servizio non è un episodio, non è e non può essere un webinar o una riunione che innesta questa sensibilità nella testa (e nel cuore) di ogni operatrice del centro.

Ma, se questo insegnamento richiede anni e avviene sopratutto attraverso l’esempio, l’emulazione e il mentoring, è possibile inserirlo in qualche modo nei processi formativi del centro?

Si dice che, per comprendere appieno la sensazione che vogliamo trasferire ad altri, dovremmo anzitutto provarla noi in prima persona.

Pensa, ad esempio, alle manualità di un massaggio o alla sensazione di un peeling sulla pelle: molto meglio sperimentarle in prima persona se vogliamo capire davvero cosa proveranno le nostre clienti.

Quindi, per imparare cosa significa essere coccolati davvero, per vivere noi “il momento di nobiltà” da domani tutti in vacanza in un resort 5 stelle lusso per almeno due settimane, ok? ??

In alternativa voglio lasciarti con una strategia che può aiutarti a risparmiare un po’ di tempo e sopratutto, molto denaro.

Per familiarizzare con le atmosfere da nobiltà e respirare le sensazioni di cui stiamo parlando voglio suggerirti tre film (due film e una serie tv).

Sono tutti e tre molto belli e raccontano storie altrettanto belle quindi, se vogliamo, si tratta anche di una visione piacevole e di svago.

Tuttavia, ti invito a guardarle (o riguardarle) con un approccio formativo chiedendoti cosa c’è di utile per te e per il modo di gestire l’accoglienza del cliente in un centro estetico come il tuo.

Sarà poi tuo compito solo tradurle e adattarle al contesto moderno del centro estetico (banalmente, non è il caso di dare del “voi” alle clienti e nemmeno fare gli inchini).

Bene, adesso corri subito a recuperare:

Buona visione…ehm, intendevo buono studio! 😉

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Smartphone sul posto di lavoro? É il male assoluto: ecco perché

Andiamo dritti al punto: l’utilizzo dello smartphone sul posto di lavoro deve essere assolutamente vietato, per tutte le operatrici e per tutta la durata del turno.

Con la sola eccezione, ovviamente, della Cordenia che risponde al cellulare aziendale per le attività inerenti al suo ruolo.

Punto.

Dovrebbero essere sufficienti questa indicazione basilare, da inserire a caratteri cubitali nel regolamento del tuo centro e, diciamolo, un po’ di buon senso.

Ma, purtroppo, anche le regole più semplici a volte sembrano difficili da far rispettare, per non parlare del buon senso che è difficile da trovare in grandi quantità .

Infine, siccome chi legge questo articolo non è certo un bambino piccolo a cui basta dire cosa fare e non fare, alla stregua di “si fa così, perché l’ho detto io“, mi sembra corretto fornirti qualche motivazione in più.

La tua operatrice ha davvero il tempo per usare lo smartphone sul posto di lavoro?

Il lavoro dell’operatrice in un centro estetico, non è fatto solo di trattamenti in cabina. Ci sono tante piccole “pause”, più o meno lunghe, durante la giornata.

La cliente potrebbe arrivare con qualche minuto di ritardo rispetto all’appuntamento.

Oppure c’è un buco tra un appuntamento e quello successivo.

O magari si tratta dei momenti di posa dei trattamenti.

O anche di quei brevi momenti tra un appuntamento e quello successivo.

Più banalmente, il tempo che si lascia alla cliente per spogliarsi e rivestirsi, o l’attesa prima che inizi la riunione con lo staff.

Per non parlare della propria, doverosa, pausa fisiologica (quando vai in bagno, per intenderci).

Insomma, l’operatrice più ingenua e sprovveduta potrebbe pensare che “un’occhiatina veloce al cellulare” in questi momenti non fa male a nessuno.

“Che sarà mai? che differenza fa?”, sono le giustificazioni più comuni.

Bene, ti spiego subito qual è la differenza: utilizzando lo smartphone sul posto di lavoro…

...le persone fanno colare a picco la produttività

Siamo onesti, cosa vai a guardare appena sblocchi il cellulare?

Le notifiche di Facebook, Instagram e altri social vari; chi ha commentato cosa, chi ha messo like a quale foto, ecc. ecc.

In secondo luogo (o primo, a seconda delle abitudini), si passa a Messenger e Whatsapp per leggere i messaggi ricevuti e chattare qualche minuto con le amiche.

Ora, davvero pensi che, mentre tu e le tue dipe siete al lavoro, mentre tutte le vostre attenzioni devono essere sulle esigenze delle clienti, distrarsi continuamente sui social sia utile e produttivo?

Sicuramente no.

Quando (se) c’è qualche minuto libero, deve essere occupato, ad esempio, per riguardare la scheda della cliente.

Oppure per ripassare i contenuti di un prodotto.

O per verificare che in cabina sia tutto in ordine.

Oppure, udite udite, chiedere ad una collega come posso aiutarla, visto che ho 5 minuti liberi.

Insomma, il tempo per guardare il cellulare non c’è, davvero.

Ma la cosa peggiore è che, anche solo quei pochi istanti davanti allo schermo, prendono la tua attenzione e la portano anni luce lontano dal tuo lavoro, dalle cose importanti in quel momento.

In un centro in cui è ammesso l’uso del cellulare, quando tito e operatrici tornano nuovamente davanti alla cliente dopo una “pausa” tra Facebook/Instagram/Whatsapp, sono nel 100% dei casi più distratte di quanto non potrebbero (e non dovrebbero) essere.

Ecco spiegato perché usare lo smartphone sul posto di lavoro è un vero nemico per la tua azienda.

Esistono disposizioni sull’uso del telefono nel regolamento del tuo centro? Quali sono?

Oppure ti affidi ciecamente alla coscienza e all’autocontrollo del tuo staff?